JERRY LEE dei MONTI

Mi chiamo Jerry Lee, o almeno così mi ha chiamato la mia grande amica bipede con cui vivo ormai da tanti anni!

Correva il dicembre del 1999 quando nacqui io, sotto una stella un po’ sfortunata in quanto unico di cinque fratelli a non aver trovato famiglia una volta svezzato.

Nel febbraio del 2000, per l’esattezza il giorno 24, fui portato in un rifugio per cani.

Ero un cucciolo tenero e giocherellone e non mi spiego ad oggi come finii in quel canile.

Appena arrivato fui accolto da questa ragazza a cui, adesso lo so, piacqui fin dal primo momento in cui mi vide.

Come dicevo però ero nato sotto una cattiva stella e, dopo soltanto qualche giorno che ero al canile, mi ammalai di cimurro.

Il veterinario che mi visitò sentenziò subito che le speranze erano assai poche per me e che, per salvare me, si rischiava di far esplodere un’epidemia là al rifugio.

La ragazza, colpita dal mio sfortunato destino, decise di tentare comunque di salvarmi e mi portò a casa con lei.

Furono giorni lunghi e duri sia per me, che stavo veramente malissimo, sia per lei che fu costretta a passare alcune notti in macchina per nascondermi dato che la sua famiglia, all’epoca, non era consenziente alla mia presenza.

Il posto di cane ufficiale a casa di Chiara era allora occupato da Arthur (e ancora oggi è così nel suo cuore) così io dovetti accontentarmi della vecchia polo, la cara vecchia DOG MOBILE!

Furono tre lunghissime settimane ma, alla fine, riuscii a guarire e, una volta rimesso in sesto, fui nuovamente scaricato in canile.

Ma ormai tra me e Chiara si era creato un feeling e lei sapeva di non poter rinunciare a me.

Così, di nascosto dallo staff del canile e dalla sua famiglia, mi fece innestare il microchip a suo nome.

Ufficialmente ero suo ma nessuno lo sapeva.

Furono tre lunghi mesi, pieni di peripezie quelli che trascorsero dal mio rientro in canile fino al giorno in cui, finalmente, andai a casa insieme a lei.

Era giugno del 2000.

 

Arthur era un cane estremamente affabile e socievole, così non avemmo problemi ad andare subito d’accordo.

Io poi ero un cucciolo….. dolce e tranquillo……

Nel mio diario di cucciolo ci terrei ad annotare qualche piccolo malannuccio…..

Come la volta in cui, rimasto solo per un’oretta in macchina, sono riuscito a sradicare tutte e cinque le cinture di sicurezza nonché sbranare l’intero pannello della portiera lato guida e alcuni cospicui pezzi dei sedili posteriori.

O quella memorabile volta in cui, lasciato solo a casa per qualche ora, ho mangiato i flessibili del rubinetto del bagno e la casa si è…. OOPSS…. allagata (solo una trentina di centimetri su tutto l’appartamento).

E sorvolerei sulla serie interminabile di volte che sono stato qualche ora in giro a divertirmi da solo (gli umani dicono erroneamente SCAPPATO) e magari sono tornato un po’ verde di fognatura o con qualche decina di galline sulla coscienza o perfino accompagnato in manette da una macchina della polizia SOLO perché avevo sventrato una pecorella…

D’altra parte devo pure liberare l’istinto Husky-lupo che vive in me….

Senza parlare poi degli splendidi viaggi che io e Chiara abbiamo fatto, in compagnia soltanto l’uno dell’altra, prima che lei mettesse su famiglia.

Ma queste sono avventure d’altri tempi, oggi sono un "padre di famiglia" e devo badare a tutti i fratelli che Chiara porta a casa (continuamente), proprio come se fossi il loro papà.

Ogni tanto però amo fare qualche giretto diciamo…. un po’ più lungo del previsto e tornare verde e farmi fare il bagno all’una di notte perché sono, come dicono mamma e papà, troppo INDECENTE per mettere le zampe a casa EHEHEH!