Pepè

Ciao! Anzi ciao Pepè che è la cosa che mi riesce meglio dire!

Come avrete potuto notare io sono un pappagallo Amazzone dalla fronte gialla per essere precisi.

Come sia finito in mezzo ad un branco di cinque cani ancora non me lo spiego.

Me ne stavo, poco più che implume, tranquillo, in un simpatico negozietto di cui ero l’attrattiva principale, quando si presenta alla cassa una ragazza che aveva comprato della roba per conigli.

La ragazza prende a fissarmi ed io, come mia abitudine, inizio a fare lo scemo, parlotto, mi rotolo e faccio tutto il mio repertorio di moine da pappagallo.

Questa qua inizia a fissarmi incantata e mi prende in mano, mi accarezza, gioca con me ed io sempre più ruffiano, mi strofino in braccio a lei.

La ragazza sparisce d’improvviso e io riprendo a fare quello che stavo facendo prima che lei arrivasse al negozio.

D’altronde vi lascio immaginare quanta gente mi strapazzasse all’epoca.

Dopo poco tempo, quello stesso giorno, la ragazza torna ed è in compagnia di un ragazzo.

Mi prende in mano e mi porge al ragazzo.

Io inizio la mia solita tiritera di buon venditore.

Chi si immaginava minimamente di essere proprio io l’oggetto da acquistare? D’altra parte avevo servito il negozio per cosi tanto tempo e così fedelmente che non mi immaginavo minimamente che mi volessero scaricare per “qualche” centinaio di euro!

La ragazza prende a fare moine con il ragazzo almeno tante quante ne facevo io abitualmente con i clienti, si strofina, cinguetta e squittisce.

Il ragazzo sembra completamente gelido.

Finalmente se ne vanno.

Avevo appena iniziato a rilassarmi dopo che quei due avevano lasciato il negozio che vedo la ragazza tornate di gran carriera.

C’è uno scambio di denaro, vedo incartare mangime e qualche simpatico gioco in legno con cui amo trastullarmi di tanto in tanto, ed ecco che, di sorpresa, vengo preso e scaraventato in un trasportino per gatti.

Io, Pepè il pappagallo, la star indiscussa del negozio, chiuso in un trasportino per gatti diretto chissà dove.

Non ho il tempo di ribellarmi ne di rendermi conto di quello che sta esattamente succedendo, che mi ritrovo a varcare le porte del negozio e salire in un’auto.

Se pensavo di essere scioccato fino a quel momento, quando ho varcato le porte di quella casa ho conosciuto veramente il significato della parola sconvolto.

Ad accogliermi c’erano cinque bestioni pelosi con fauci spalancate che aspettavano solo che qualcuno aprisse il trasportino per farsi uno stuzzichino!

Mi sentivo svenire!

Quando il mio trespolo viene finalmente montato, dopo quelle che mi erano parse ore eterne, vengo liberato.

La situazione dal trespolo non era molto più incoraggiante che dalla gabbietta.

Le bestiacce giravano intorno la trespolo come squali intorno ad un piccolo atollo e il loro sguardo era inequivocabilmente quello di qualcuno con l’acquolina in bocca!

Vi lascio immaginare come i primi giorni siano stati tragici per me, ma in realtà i due ragazzi, molto affettuosi e premurosi, sono riusciti a placare gli animi di quelli che, ai giorni nostri chiamo i Fivedogs, e siamo riusciti a creare una buffa ma indubbiamente simpaticissima famigliola.

Adesso trascorro le mie giornate in compagnia dei cagnacci, ho imparato a dar loro i comandi e a chiamarli per nome e mi diverto a divorare i miei biscottini dall’alto del mio trespolo mente loro mi guardano ingolositi e sbavano sperando che mi cada qualche briciola.

E, ogni tanto, qualcosa glielo faccio cadere, d’altra parte sono di animo troppo generoso, io!

Ogni tanto accompagno i Fivedogs in qualche loro viaggio della speranza, in giro per il mondo ma più spesso, soprattutto d’estate li accompagno nelle loro lunghe passeggiate in campagna.

Siamo una famiglia ben assortita ormai, l’unica cosa di cui mi rammarico è che io vivrò un’ottantina d’anni mentre loro……. ma gli dirò senz’altro di tenermi un posto nel paradiso dei cani!!